sabato 1 marzo 2014

La maschera di ferro



Il caos regna nella piazza, migliaia di coriandoli volano nell'aria spinti dal vento come fiocchi di neve, cadendo poi a terra su di un letto dai colori dell'arcobaleno. Stelle filanti e palloncini, fischietti, trombe e fuochi d'artificio. La festa del Carnevale è cominciata, nella piazza si sono radunate tantissime persone, ognuna indossa una maschera o un costume colorato.
Ci sono Pulcinelle e Arlecchini, pirati e cow-boy, principesse e cavalieri, fate e maghi, draghi e leoni. Gli adulti si mescolano ai bambini, tutti mascherati per un'unica grande festa. Si canta e si balla, si gioca e si scherza, ci sono frittelle e lattughe, vino e bevande a volontà.
Un ragazzo è in mezzo alla piazza, una maschera attira la sua attenzione. E' scura, quasi nera. Chi la indossa è un uomo o una donna, non lo può sapere, il suo volto è celato da quella strana e cupa maschera. Il ragazzo si avvicina incuriosito. Questa persona è ferma, immobile in mezzo a tanto trambusto.
Ora il ragazzo gli è di fronte. Vorrebbe toccare la maschera, allunga le mani, ma poi le ritrae intimorito. Questa persona non si muove, è impassibile. Si fa coraggio, alza di nuovo le mani verso quel volto coperto. Con la punta delle dita sfiora la maschera, percepisce che è fredda. Poi la tocca con entrambe le mani, è gelida e di ferro. Il cuore palpita forte, il ragazzo è confuso. Perché quell'individuo bizzarro non reagisce? Allora si convince che deve togliergli quell'assurda maschera, forse ha bisogno di aiuto. Eppure non glielo sta chiedendo. Ma è testardo, non è logico che in mezzo a una festa così bella qualcuno se ne stia lì da solo e per di più con indosso una maschera orribile e pesantissima.
Ormai ha deciso, gliela deve sfilare. La stringe con forza e cerca di levarla tirandola verso l'alto. Ma la maschera non si muove. Riprova più volte, ma inutilmente.
Poi all'improvviso una luce lo acceca, qualcosa preme sulla sua testa, e in pochi istanti diviene tutto buio. Sente ancora i rumori della festa, ma sembrano più lontani. Eppure si trova ancora nel centro della piazza. Il ragazzo si tocca il volto con le mani e si accorge con orrore che sta indossando quella maschera che cercava di togliere dalla persona che aveva di fronte. La maschera è tremendamente pesante, lo opprime, lo soffoca. Ci sono due piccole fessure vicino agli occhi, dove poter vedere. Il ragazzo si muove spaventato, gli altri non sembrano badare a lui, in tutta quella confusione ed euforia. Si guarda intorno e cerca la persona a cui voleva sfilare la maschera e che a quanto pare l'ha tolta all'improvviso mettendola a lui. Con le mani prova a togliersela, ma sembra impossibile. Aderisce perfettamente al suo viso.
Poi scorge una figura che si allontana nella folla. Indossa gli stessi vestiti della persona che portava prima la maschera. La rincorre, ma il suo corpo si muove lentamente, come se fosse appesantito da quella maschera di ferro che lo indebolisce. Pare tutto un incubo. Infine riesce a farsi forza e a raggiungere quello strano personaggio che si sta dileguando. Lo strattona bruscamente afferrandolo per le spalle. Questi non si vuole voltare, allora il ragazzo grida di rabbia, ma la sua voce rimbomba solo nella maschera che indossa. Ne nasce un parapiglia, quella persona non si vuole far riconoscere e cerca di nascondersi. Si azzuffano e cascano a terra. Si sente impazzire. Sfoga la sua ira sullo strano individuo, lui reagisce colpendolo a sua volta. Ma il ragazzo non è ancora riuscito a vederlo in volto. Improvvisamente questi si gira, il suo viso è orripilante, ride, si contorce in un ghigno spaventoso e inveisce sproloquiando ingiurie e calunnie su di lui. La sua voce è assordante, pare una mare in burrasca.
Il ragazzo lo osserva bene, il suo volto seppur raccapricciante gli è familiare. Ha un tuffo al cuore. Si sente gelare. E' uguale a lui. Il ragazzo cerca di strapparsi la maschera, ma non occorre perché questa si scioglie, si liquefa in pochi istanti.
La piazza ora è vuota, sembra che non ci sia stata alcuna festa di Carnevale. Il suo alter-ego ora pare più disteso, i suoi occhi lo studiano come lui osserva i suoi. Gli sembra di guardarsi allo specchio. Vede il riflesso della sua anima, la sua coscienza. Intuisce quanto potrebbe diventare orribile se non si decide a migliorare la propria vita.
Di fronte a lui ora c'è davvero uno specchio. Il volto della persona che vede è davvero il suo. E' più sereno. Il ragazzo sospira, non sa bene cosa sia accaduto, ma sa che forse ne sta uscendo.
Si gira e si allontana lentamente. Dopo qualche passo si volta e scopre che lo specchio non c'è più. Il ragazzo si sente più leggero, capisce di essersi liberato di quella parte di sé che era crudele e meschina. Sente suonare la musica, vede gente allegra e felice. Corre, sta per cominciare la vera festa.

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