martedì 29 aprile 2014

Un giorno da Elfo



E' una mattina di primavera, il sole è già alto quando ci prepariamo e usciamo di casa in tutta fretta. L'aria è fresca, siamo entusiasti e pieni di adrenalina per quella che si preannuncia essere una giornata memorabile. Percorriamo la strada che ci separa dal castello tra risate e canti e dopo circa un'ora arriviamo a destinazione.

Il villaggio brulica di gente entusiasta, è il giorno della grande festa. Chiediamo a un gentiluomo di indicarci la via per accedere alla fortezza. Sorride, non siamo i primi a chiedere informazioni. Imbocchiamo un sentiero laterale che ci conduce ai piedi delle mura. La strada sale impervia fino al cancello dove alcune guardie ci intimano di fermarci. La cosa non ci infastidisce, sappiamo bene che c'è il rischio che il nemico possa intrufolarsi per guastare la festa. Le torri svettano alte nel cielo limpido del mattino, lassù si intravedono le lance dei soldati a protezione del castello. Siamo al sicuro.
Ci lasciamo trasportare dalla gioia e dalla felicità, che la festa abbia inizio!
Saltelliamo tra le tende bianche e rosse dei cortigiani intenti a preparare il pranzo, viene acceso un fuoco e una coltre di fumo si innalza di fronte a noi. L'aria si riempie dei profumi degli arrosti che girano cuocendo lentamente. Ci sono mercanti di spezie, venditori di pelli, armatori, incantatori di serpenti, artigiani e contadini. Ci avviciniamo incuriositi a un tale che ha portato con sé alcuni gufi, un barbagianni e un allocco.
Provo ad accarezzare il gufo, affondando la mano tra le sue morbide piume. E' bellissimo, il suo sguardo mi ipnotizza. Cerco di distoglierlo, ma accade qualcosa. Sento voci lontane, paiono grida di terrore. Il cielo si oscura, il castello precipita in un clima funesto. Poi mi desto all'improvviso, il tizio che tiene il gufo sul braccio mi chiede se mi sono addormentato. Gli altri ridono intorno a me. Abbozzo un sorriso, ma mi allontano inquieto.

La festa intanto procede nei migliore dei modi, ci aggiriamo incuriositi tra le bancarelle del mercato. Ci sono scope volanti, bacchette magiche, sfere di cristallo, libri di magia, tomi antichi e impolverati con ricette miracolose, teste di drago, spade, archi e frecce, mantelli e indumenti di svariate forme e colori. Salutiamo con piacere un nano nostro amico, Gimli, giunto dalla lontana Terra di Mezzo insieme ad un gruppo di Nani e di Elfi. Fa la sua comparsa anche un gruppo di Hobbit, tra di loro c'è Frodo Baggins. Resto affascinato dalle coloratissime ali di alcune Fate che si muovono leggiadre.
Una coppia di musicisti suona una melodia incantevole, balliamo e saltiamo. Ci viene fame così ci sediamo nell'erba all'ombra delle mura, è mezzogiorno e il sole è piuttosto caldo. Affondiamo i denti in succulenti arrosticini di carne, divoriamo pannocchie abbrustolite e polpette al fiore di sambuco, innaffiando il tutto con caraffe di birra e corni colmi di uno squisito e dolce mosto d'uva. Salutiamo alcuni amici che incontriamo per caso, parliamo con loro, tutto sembra filare liscio. Lo strano presagio avvertito mentre accarezzavo il gufo pare solo un lontano ricordo.
Un saltimbanco fa un chiasso incredibile mentre da sfoggio di tutta la sua particolare abilità canora. Poco in là vedo arrivare il piccolo Harry Potter accompagnato dal suo gigantesco amico Rubeus Hagrid. Molti gli vanno incontro, alcuni gli stringono la mano, altri fanno un cenno con la testa in segno di saluto. Ci sono maghi e streghe di varie contee che sono giunti fin qui per la festa.

In mezzo a tutta questa baldoria nessuno sembra fare caso a una figura inconfondibile. Uno stregone vestito tutto di bianco, con lunghi capelli grigi e un bastone nero in mano. Si avvicina all'ingresso del castello. E' Saruman, lo stregone di Isengard!
Scatto in piedi, vorrei gridare a squarciagola, ma riesco solo a farmi andare di traverso i chicchi anneriti della pannocchia che sto mangiando. Non serve che sia io a gridare. Saruman alza il bastone verso il cielo che all'improvviso si riempie di nubi minacciose, tra tuoni e fulmini. La terra trema, un'orda di Orchi e guerrieri Uruk Hai si scaglia contro la fortezza. E' il fuggi fuggi. Corriamo tutti all'impazzata cercando riparo tra le mura mentre viene sollevato il ponte levatoio. Gli arcieri a difesa del castello si apprestano a scagliare le proprie frecce, mentre gira voce che Aragorn sia nel fossato al di fuori della rocca a guidare un esercito di Elfi e di Cavalieri di Rohan contro la terribile armata nemica. Tutto questo accade in pochi minuti, e molti come noi in preda all'euforia della festa, non si erano nemmeno accorti della terribile e incombente minaccia. Sento un sibilo, poi un altro. I soldati scoccano le frecce che come saette trafiggono decine di Orchi. D'istinto mi tocco le orecchie appuntite per sentire se ci sono ancora! Rumori di spade giungono dal fossato mentre urla di battaglia riecheggiano fino alla valle. I cavalieri assediati dagli Uruk Hai arretrano in un primo tempo, ma poi si ricompattano e riescono a mettere in fuga il nemico.
Il cuore mi si riempie di gioia quando mi pare di intravedere il manto grigio del mago Gandalf. E' proprio lui, ed è venuto in nostro aiuto. I gufi si alzano in volo per poi scendere in picchiata sulle truppe di Saruman, i serpenti balzano sui nemici tra morsi velenosi e abbracci mortali, l'intera rocca pare esplodere tra gli incantesimi scagliati da Gandalf e Saruman.
Ci uniamo alla lotta alzando i nostri ciondoli magici, il tintinnio dei campanelli delle fate stordisce gli Orchi e gli Uruk Hai che vengono trafitti dai nostri soldati. Saruman grida di rabbia e svanisce nel nulla, mentre la sua armata batte in ritirata.

Il sole torna a splendere sulla fortezza, la festa si rianima e tutto torna come prima. Usciamo dalla rocca e riprendiamo la strada verso casa. Che giornata!
Ormai è sera quando affiorano i ricordi della entusiasmante giornata trascorsa al Soncino Fantasy nella meravigliosa Rocca di Soncino, in mezzo a migliaia di appassionati del genere fantasy, del Signore degli Anelli e di Harry Potter, oltre che del costume medievale. Mi spoglio delle vesti elfiche, tolgo le orecchie appuntite, ripongo il ciondolo magico, lavo il corno di ceramica usato come coppa per il vino.
Ma ciò che non potrò mai togliermi di dosso è la passione per tutte quelle creature fantastiche che popolano i miei sogni ed è bello immaginare che possano davvero esistere.

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