lunedì 1 settembre 2014

Pellegrinaggio a Medjugorje, tra fede e mistero



Tre anni fa ci siamo recati in pellegrinaggio a Medjugorje. Abbiamo viaggiato di notte attraversando la Slovenia e tutta la Croazia, per poi arrivare in Bosnia Herzegovina la mattina seguente.

Tra montagne e distese pianeggianti siamo arrivati a Medjugorje dopo circa dodici ore di viaggio. Tra alberghi e case non certo nuovissime, si attraversa la via piena di negozi di souvenir religiosi (anche questo è un business..) prima di arrivare davanti al Santuario della Regina della Pace, una bella chiesa con due campanili, dove nella spianata posteriore è stato realizzato un grande palco per le messe all’aperto, visto l’enorme afflusso di fedeli.
Arrivati per l’apparizione della veggente Mirjana del 2 settembre, ci viene detto che ci sono in città circa settantamila persone!

Il mattino scorre con la Santa Messa al Santuario e la visita della statua in bronzo del Cristo Risorto che goccia dalle ginocchia, luogo di culto e preghiera. Alcuni ritengono quest'acqua miracolosa, altri provano a darne una spiegazione scientifica.  
Nel pomeriggio ci rechiamo in visita alla comunità di suor Kornelia (un orfanotrofio) per un momento di preghiera e per sentire la sua testimonianza. Poi tornando verso la chiesa aspettiamo che arrivi la sera per l’ora dell’Adorazione, in un silenzio incredibile. 

La pensione dove pernottiamo è alquanto.. fatiscente. Letti sfatti, con lenzuola e coperte bucate, bagno minuscolo con l’acqua stagnante nel piatto della doccia, porte rotte, lampade simili a quelle a olio di una volta. Va bene che siamo in pellegrinaggio, va bene lo spirito di sacrificio, ma… siamo finiti in una bettola! Ci servono per pranzo e cena la stessa zuppa. Ma non importa. Dormiamo poco, perché al mattino la sveglia è alle 4 per poterci incamminare di buon’ora verso la Collina delle Apparizioni, il Podbrdo, nella frazione di Bijakovici.
L’appuntamento è fuori dalla casa della veggente Vicka, con il gruppo di Paolo Brosio (l’ex giornalista ora convertito alla fede e accompagnatore di vari gruppi di pellegrini a Medjugorje; riesco a incontrarlo, mi fa una dedica sul libro... non so se quello che dice sul suo cambiamento è tutto vero, ma sembra sincero e tanto basta), la guida Michele Vasilj (che avevamo incontrato già il giorno prima) e l’altra guida Mirela.
Ci incamminiamo sul sentiero piuttosto ripido e sassoso, un percorso a forma di “A” con le tappe della Via Crucis. Ci fermiamo alla croce dove è apparsa la prima volta la Madonna e anche in un altro punto dove c’è la statua della Vergine e dove avvengono le apparizioni notturne.
Mi stacco un po’ dal gruppo e raggiungo la Croce Blu discendendo il sentiero e facendomi strada tra la folla (dicono che a mezzanotte c’erano già ventimila persone sulla collina!).
Qui assistiamo all’apparizione di Mirjana verso le nove del mattino. Riesco a malapena a scorgere Mirjana, ma si percepisce il momento. Sulla collina dopo le preghiere cala improvvisamente un incredibile ed enigmatico silenzio… Il cuore batte forte, avverto molto calore... una donna portata vicino alla veggente urla e si dimena mentre la tengono ferma...
Poi il messaggio della Madonna viene divulgato in varie lingue. Sul Krizevac, l’altro monte luogo di culto di Medjugorje, si erge la famosa croce meta di pellegrinaggio, e nel cielo le nuvole formano una grande croce che pare sia la sua proiezione… suggestione o altro? Medjugorje è sicuramente un luogo mistico, incontro di fede e preghiera, di rinnovo spirituale, dove pare accadano anche fenomeni inspiegabili come la rotazione del sole o la sua palpitazione durante le apparizioni ai veggenti. Sicuramente qualcosa accade, ma non bisogna farsi condizionare dalle persone che a loro volta si fanno trascinare dall’emozione o dall’esaltazione.

Il ritorno è lento a causa della gran folla che fa ritorno verso Medjugorje. Più tardi ci rechiamo in una comunità cui Brosio è molto legato dove vengono aiutati i ragazzi bosniaci dalla fine della guerra dei Balcani.
Nel pomeriggio ci rechiamo alla comunità Nuovi Orizzonti (fondata in Italia) prima di andare a fare una gita alle cascate di Kraviza, una serie di cascate a forma semicircolare con un bel laghetto, in una conca a pochi chilometri da Medjugorje. Molto suggestivo, e finalmente un po’ di fresco dopo la calura.
La sera ritorniamo alla Croce Blu per vivere un momento di raccoglimento senza la folla del mattino.

Il giorno seguente ascoltiamo la testimonianza del veggente Ivan seguita da quella di un viceparroco di Medjugorje, padre Danko. C'è sempre una grande folla che ascolta in silenzio sotto il sole che scotta.

I sei veggenti (Vicka, Ivanka, Mirjana, Marija, Ivan, Jakov) hanno avuto le prime apparizioni nel 1981, quando erano ancora ragazzi. Dopo trent’anni le hanno ancora, in diversi luoghi e in diversi momenti. Ritengo improbabile una truffa (che sarebbe colossale) perpetrata ai danni della Chiesa, dopo torture psicologiche (dei veggenti) e anche fisiche (di padre Jozo, l’allora parroco che fu arrestato) da parte della polizia comunista e successivamente dei serbi. Credo che le apparizioni avvengano davvero, non posso sicuramente spiegarle e soprattutto so che è difficile crederci. Credo anche che la natura sveli lati a noi sconosciuti e che in certi luoghi della Terra accadano fenomeni misteriosi. Medjugorje è un po' come Fatima o Lourdes dei secoli scorsi, forse anche allora la maggior parte della gente che viveva proprio nel momento dell’apparizione della Madonna non credeva. I veggenti sono ancora in vita, hanno ancora le apparizioni, portano con sé i Dieci Misteri… Dicono che quando li riveleranno sarà prima che accada ciò che i misteri stessi celano, forse appunto perché chi non crede possa credere.

Ciò che si può far trasparire da questa bella esperienza è sicuramente che a Medjugorje si vive la pace e la sensazione di un luogo positivo, di un posto di incontro tra le genti. Sta a ciascuno di noi ricavare ciò che meglio crede e ciò che ritiene sia necessario al proprio spirito e alla propria pace interiore.

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